Le interazioni fra i flussi di informazione e i processi decisionali: dalle fake news alle armi di distrazione di massa, al bias cognitivo, al ruolo dei media e delle élite.
Introduzione
L’interrelazione tra processi decisionali (con conseguenti azioni) e flussi di informazione1 e comunicazione è una questione decisiva per il futuro della civiltà in una molteplicità di situazioni su scala planetaria (dalle grandi tematiche dei cambiamenti climatici globali a quelle della globalizzazione, a quella delle migrazioni2 ) con la quale si confronta l’umanità intera. Questa questione rileva anche a livelli meno macroscopici, ma non meno importanti relativi alla quotidianità sul fronte dei consumi, in particolare per quanto attiene ai comportamenti alimentari, e alla salute settore nel quale si riscontrano sia ingiustificate recriminazioni nei confronti del sistema sanitario nazionale, sia casi di preoccupante disinformazione come quello sulla presunta diffusione della meningite in Italia e addirittura diffidenza verso i risultati della ricerca scientifica e del rifiuto della responsabilità sociale come nel caso della contestazione dei vaccini.
I tempi attuali che sembra siano L’era della post verità, vedono alcune difficoltà particolari al riguardo.
Tralasciamo il punto di vista di chi sostiene che la conoscenza approfondita non sia un requisito indispensabile per assumere decisioni e consiglia di affidarsi a sensazioni da assecondare, intuizioni da seguire, opportunità da cogliere, relegando di fatto in questo modo, la razionalità ai margini. Anche per i sostenitori del tradizionale precetto “conoscere per decidere” (Einaudi diceva conoscere per deliberare) si presentano domande difficili su quanto siano affidabili e non strumentali i contenuti e i processi che portano a costruire i convincimenti, sia degli individui sia dei gruppi sociali.
La diffusione di Internet, del web e dei social e anche più in generale la digitalizzazione e la stessa globalizzazione hanno reso più impegnativa la selezione e la “pesatura” delle fonti e ha contribuito a creare rischi di dissociazione dalla realtà e di circuiti chiusi e distinti. L’aumentata partecipazione fenomeno in sé indubbiamente positivo, impone di converso che le conoscenze siano non solo ccessibili, ma anche valutabili da parte di una vastissima platea di soggetti, anche quando la complessità dei temi da affrontare è proibitiva. […]