13 febbraio 2024 – L’ad Morselli: “Obiettivi acciaio mancati? Pochi soldi per materie prime”.
C’è un giorno cerchiato in rosso sul futuro dell’Ilva, in bilico tra il divorzio tra i soci e l’amministrazione straordinaria. Il governo ha convocato i sindacati lunedì pomeriggio a Palazzo Chigi e, visti i tempi stretti ormai rimasti per risolvere la crisi di Taranto, la sensazione è che sarà quella sede in cu l’esecutivo comunicherà ai metalmeccanici quale sarà il destino dell’acciaieria. ArcelorMittal e Invitalia – i soci in lite da mesi – stanno continuando a trattare una separazione consensuale, senza finora aver trovato un’intesa che permetterebbe una soluzione ponte senza attivare l’amministrazione straordinaria, il cui quadro giuridico e di tutele è già stato predisposto da due decreti del governo. Ma un accordo, al momento, appare lontano.
Per l’amministratrice delegata di Acciaierie d’Italia, Lucia Morselli, Mittal “ha già detto che è disponibile a cedere la maggioranza” con un conseguente “cambio di governance” in una lettera all’esecutivo. Insomma, a suo avviso, “la strada migliore è sempre e solo il negoziato”, ha detto dopo l’audizione in commissione Industria al Senato. Davanti ai parlamentari, la manager ha fornito la sua versione riguardo alla genesi della crisi che affonderebbe le sue radici addirittura nella pandemia, nella cui seconda fase – in realtà – le acciaierie di mezzo mondo hanno fatto affari d’oro. “Si sono rotte tutte le catene di supply chain, poi è arrivata la guerra in Ucraina con l’esplosione del costo del gas”, ha ricostruito Morselli arrivando a citare tra i diversi shock di questi anni anche la chiusura delle miniere in Kazakistan, senza ricordarne però la proprietà (ArcelorMittal) e il motivo del loro stop (un incendio che ha provocato 45 morti).
Fonte: ilfattoquotidiano.it