Genova-Torino-Milano: ora un gioco di squadra. Intervista al prof. Vietti su Il Secolo XIX

2 ottobre 2023 – L’intervista a Michele Vietti di Alberto Quarati.

Nel corso dell’ultimo Festival della comunicazione Marco Bucci e Giuseppe Sala sindaci di Genova e Milano hanno ripreso il tema delle relazioni tra i poli dell’ex Triangolo industriale postulando la necessità di pianificarne lo sviluppo come un’unica città. “E’ difficile – commenta Michele Vietti, ex Vicepresidente del CSM e più volte sottosegretario di governo e oggi Presidente della Finpiemonte, la finanziaria della Regine Piemonte – immaginare oggi e in tempi rapidi un percorso di integrazione istituzionale fra città che hanno ciascuna proprie peculiarità. Più facile ed efficace è pensare di sviluppare progetti di collaborazione operativa in ambiti specifici. Uno di questi è sicuramente la logistica e le infrastrutture. A luglio c’è stato un primo confronto tra imprenditori e assessori alle Attività produttive delle tre regioni di riferimento proprio per sviluppare un piano strategico comune per l’adesione di progetti che rafforzino l’asse Genova-Milano-Torino per potenziare le reti di trasporto di merci e persone, nella prospettiva di mettere Genova in condizione di fare concorrenza a Rotterdam”. “Fondamentale – sottolinea Vietti – in questo percorso è la partecipazione del pubblico, ma anche e forse soprattutto del privato.
Devono confrontarsi imprese, associazioni di categoria, enti di ricerca”.

In questo contesto, sottolinea il giurista, le finanziarie regionali possono senz’altro giocare un ruolo importante. A livello nazionale è già operativa una forte collaborazione: c’è il confronto entro l’associazione Anfir, soprattutto su tematiche finanziarie e cercando di sviluppare progettualità comuni. Penso ad esempio alla collaborazione con Cdp che ha portato a implementare diverse iniziative interregionali, come i basket bond territoriali. ln questo quadro è chiaro che la collaborazione tra finanziarie di territori vicini e con molti elementi in comune è più facile e più efficace. Finlombarda e Filse già collaborano in un’iniziativa del Fondo europeo per gli investimenti a supporto i PMI e alle startup dei rispettivi territori: è la piattaforma multiregionale Alpgip in cui le tre finanziarie sono impegnate come investitori istituzionali. Altre sinergie si attuano sulle misure di aiuto e sugli strumenti finanziari a sostegno delle imprese”. Del resto per Vietti l’integrazione va condotta su temi specifici: se logistica e infrastrutture rimangono l’ambito principale di collaborazione con primo obiettivo ”il potenziamento del porto di Genova e i collegamenti tra questa infrastruttura e il tessuto produttivo delle regioni più industrializzate d’Italia (tramate il Terzo valico, sicuramente, ma anche hub logistici che siano all’altezza delle esigenze delle imprese.)
anche i temi della digitalizzazione e della transizione ecologica in questo quadro sono ovviamente fondamentali.
Ciò comporta puntare sulla ricerca e sull’innovazione, con il coinvolgimento delle Università e dei centri di ricerca ad esempio l’Iit, anche sfruttando e mettendo a sistema le risorse e i progetti finanziati dal Pnrr”.

Ecco, il Pnrr: da Toti a Bonaccini, passando per lo stesso Sala, spesso si sentono appelli di istituzioni del Nord affinché i fondi del Pnrr vengano dirottati su “chi li sa spendere” .. Una macro città del Nord-Ovest sarebbe in grado dl spendete più e meglio queste risorse? “Il tema Pnrr è complesso – risponde Vietti – e c’è l’esigenza di garantire la massima rapidità ed efficienza nel mettere a terra i progetti e le iniziative già definite. Difficile quindi immaginare nuove architetture istituzionali su cui dirottare i fondi già assegnati. La strada passa per la collaborazione sui progetti e le iniziative ed anche, forse, su un maggior ruolo delle Regioni, nell’ottica di garantire un coordinamento territoriale più ampio e un monitoraggio costante sull’avanzamento della spesa e sulla effettiva ricaduta sui territori”.

È vero che sin dagli anni Sessanta si parla di stringere i rapporti tra le tre città, ma oggi questa necessità, dice il presidente della Finpiemonte, è diventata un’occasione per il suo effetto  moltiplicatore: “È stato stimato, per esempio, che la domanda potenziale per le imprese attivata dagli investimenti del Pnrr, pari a 28,6 miliardi potrebbe salire a 36,7 miliardi considerando le sinergie tra i tre territori”. E quale dovrebbe essere l’entità amministrativa In grado di gestire questa unione fra le tre città? “Escluderei di sovrapporre agli enti territoriali già esistenti – conclude Vietti – un’ulteriore amministrazione, con tutte le complicazioni politico-burocratiche che si porterebbe dietro. Tocca all’iniziativa dei protagonisti già in campo trovare il terreno di gioco comune e assegnarsi i ruoli che consentano di trasformare singole realtà in una squadra capace di visione prospettica, di tattica e di strategia di attacco per poter segnare i tanti gol che le potenzialità dei nostri territori sono in grado di esprimere e si meritano.

Fonte: Il Secolo XIX

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