19 gennaio 2024 – Siamo nel mirino della crisi climatica. L’Italia deve subito dotarsi di una governance efficace sull’adattamento, modificare la gestione di infrastrutture ed ecosistemi e combattere la crescita delle disuguaglianze.
L’Italia nel 2023 ha registrato ben 378 eventi estremi che sono costati la vita a 31 persone. Secondo il rapporto Cittàclima di Legambiente sono in aumento alluvioni, frane, mareggiate, grandinate e temperature. Le città più colpite sono state Roma, Milano, Palermo e Prato, ma nella nostra memoria restano impressi i casi più drammatici: le alluvioni in Emilia-Romagna di maggio, che hanno coinvolto 44 comuni nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini e Bologna, con danni per oltre 8,8 miliardi di euro; quelli nelle Marche nello stesso periodo e al Nord della Toscana di inizio novembre.
In generale alluvioni ed esondazioni fluviali sono cresciute del 170% rispetto al 2022, seguite dal numero dei casi di temperature record in ambito urbano (più 150%) e dalle frane a seguito di piogge intense (più 64%).
Per l’Ispra quasi il 94% dei comuni italiani è a rischio frane, alluvioni ed erosione costiera, numeri che rendono il nostro Paese il più pericoloso d’Europa, almeno sotto al profilo del dissesto idrogeologico (argomento oggetto di una prossima pubblicazione da parte dell’ASviS). L’atra faccia della medaglia si chiama siccità, un fenomeno a cui eravamo abituati ad assistere nei mesi più caldi dell’anno ma che, grazie alla crisi climatica, si sta allargando a macchia d’olio colpendo anche in inverno. È il caso della Sicilia che, proprio in questi giorni, affronta una delle più gravi siccità della sua storia. Fino a ora l’acqua è stata razionata in circa 40 comuni tra Agrigento, Caltanissetta e Palermo.
Fonte: asvis.it