30 novembre 2023 – L’abbaglio del CSS, Cogesa al bivio dell’abisso.
All’origine era Refolo, poi diventato Attritor-Mil: un’evoluzione tecnologica, si fa per dire, costata centinaia di migliaia di euro finora (tra acquisti e noleggio di tensostrutture) che avrebbe dovuto avere lo stesso scopo, quello cioè di produrre CSS (combustibile solido secondario) e allo stesso tempo di ridurre i conferimenti in discarica del 70% almeno, allungandone di decenni la vita.
Gli avvertimenti dei Comitati e non solo, sull’obsolescenza del sistema, però, non sono serviti a far desistere le governance della partecipata incapaci di guardare in prospettiva e di stare al passo con i tempi: tre anni fa l’autorizzazione e il finanziamento della Regione, solo a marzo scorso il permesso a costruire del Comune e le fondamenta per il capannone che dovrà ospitarlo già gettate.
Operazione che, dice ora il perito incaricato dal Cogesa, l’ingegnere Giovanni Cavallo, non serve, non è servita e soprattutto non servirà.
Dopo le pesanti censure sulla gestione della discarica, infatti, la relazione del tecnico incaricato getta un’ombra pesantissima sul futuro della partecipata, proprio in relazione agli investimenti previsti sulla linea del CSS che, in teoria, e solo in teoria, è destinato ad alimentare cementifici e centrali termoelettriche. Solo che, spiega il perito, di cementifici autorizzati in Abruzzo ad utilizzare il CSS come combustibile ce n’è uno solo, l’Italsacci di Cagnano Amiterno, che lo scorso anno ha utilizzato appena 8mila tonnellate di questo combustibile, in un contesto nazionale dove il consumo si attesta su una quota insignificante pari a 64.237 tonnellate, tanto più che di centrali termoelettriche autorizzate ad alimentarsi con il CSS non ce n’è una in tutta Italia.
Fonte: ilgerme.it