22 febbraio 2024 – Il PNRR per i rifiuti è nato per chiudere i divari territoriali. È mancata sinora una strategia nazionale in grado di stimolare le iniziative e di orientare le proposte, sia con riferimento al territorio sia ai flussi più critici. La strategia scritta con i progetti candidati dal pubblico e dai privati è coerente con questi obiettivi? Come mostra bene il caso del rifiuto organico vengono finanziati impianti in regioni con un surplus di capacità di gestione, mentre nessuna proposta è stata finanziata nelle regioni in forte deficit. Emerge con forza la necessità di un intervento chiarificatore per quantificare i fabbisogni di trattamento da soddisfare, per i rifiuti con difficoltà di smaltimento e per quelli con possibilità di recupero. Senza queste risposte molte iniziative sono destinate a rimanere sulla carta.
PNRR e settore rifiuti: premessa
Come abbiamo già avuto modo di approfondire in altri Position Paper (ad esempio nn. 170, 200, 204, 208), tra i settori interessati dal PNRR vi è anche quello dei rifiuti, con tre grandi riforme e di 2,1 miliardi di euro di investimenti, inseriti all’interno della Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, Componente 1 “Agricoltura sostenibile ed economia circolare” (M2C1). Si possono individuare due direttrici di intervento:
La prima (Investimento 1.1) beneficia complessivamente del 71% delle risorse destinate al ciclo dei rifiuti ed è stata riservata a soggetti pubblici e, più specificatamente, agli Enti di Governo dell’Ambito Territoriale Ottimale (EGATO) operativi al 15 ottobre 2021, o in alternativa ai Comuni in forma singola o associata.
La seconda (Investimento 1.2) destinataria del 29% rimanente dei fondi, è rivolta, invece, alle imprese private che esercitano – in via prevalente – un’attività industriale volta a produrre beni o servizi o un’attività di trasporto.
Come specificato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), non sono stati ammessi a finanziamento progetti afferenti a discariche, impianti TMB/TBM/TM/STIR e inceneritori.
Fonte: laboratorioref.it