Il sindaco di Livorno Salvetti: «Senza le condizioni l’inceneritore resta chiuso»

21 gennaio 2024 – «Costi sostenibili per mantenerlo fino al 2027 e niente sconti sulla sicurezza». «Eni: quasi completato l’iter per la bioraffineria, crisi del lavoro scongiurata».

Lasciamo per un attimo perdere le polemiche architettonico/urbanistiche sulla reinterpretazione, in chiave moderna, della palladiana di via Grande e accendiamo i fari su un tema non meno importate come quello ambientale in una città industriale come Livorno. Temi ambientali che sono strettamente connessi con quelli del lavoro e dell’occupazione. I casi Eni e Aamps, a proposito, sono emblematici. Impianti e linee produttive obsolete e fuori mercato, a Stagno. Un inceneritore superato e inquinante, dall’altro. Dentro alla necessità di una riconversione più ecosostenibile, il fattore lavoro che non è affatto un elemento secondario.

Sindaco, partiamo dalla raffineria Eni. Due anni fa l’allarme per il rischio dello stop alla linea carburante. Poi il rilancio del cane a sei zampe con il progetto della bioraffineria. A che punto siamo?

«Siamo passati da una fase in cui Eni era una fabbrica che non aveva una prospettiva sia per quanto riguarda le bonifiche delle aree sia soprattutto per un progetto industriale, ad un’altra in cui tutto si va definendo sia per le bonifiche che per l’attivazione di un processo di trasformazione».

Fonte: iltirreno.it

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